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FAUNA - Animalia (ASCHELMINTHES) |
Rotifera |

Poche specie
marine colonizzano ambienti costieri, e alcuni si aggrovigliano come
epizoiti su crostacei o si insediano nel sottile film d’acqua del
mesopsammon.
Il corpo dei rotiferi, lungo tra 01 e 04 mm,
è caratterizzato dal mantenimento di un numero fisso di cellule per
tutta la vita, e da un pseudocele riempito di liquido che funziona
da scheletro idrostatico. Anteriormente spicca la corona ciliata, un
disco di ciglia disposte in bande e campi specifici che creano il
tipico vortice d’acqua; subito dietro vi è
una struttura muscolosa (dotata di trofi
sclerotici) proposta a triturare il cibo. Il
tronco allungato è protetto da una cuticola spesso rinforzata in una
lorica rigida, mentre dorsalmente e ventralmente emergono organi
adesivi o appendici pedali per l’ancoraggio al substrato.
Grazie al battito sfalsato delle ciglia della corona, i rotiferi
inducono correnti che convogliano microrganismi e particelle
organiche verso la bocca, dove viene frammentato
e poi inviatoi nell’intestino. Il piede
posteriore, quando presente, si conclude con due dita o ghiandole
adesive che consentono all’animale di stazionare o di sfruttare il
substrato come punto di appoggio. Non avendo apparati circolatorio
né respiratorio dedicati, scambiano gas e nutrienti tramite
diffusione attraverso la superficie corporea e il parenchima
pseudocelomatico.
Dal punto di vista riproduttivo, i rotiferi si dividono in tre
grandi linee evolutive: i Seisonidea, marini ed esclusivamente
sessuali, con maschi e femmine ben differenziati; i Bdelloidea,
tutti femmine e partenogenetici, capaci di entrare in uno stato di
dormienza anidrobico; i Monogononta, che alternano generazioni
partenogenetiche di femmine amittiche a cicli sessuati in cui
nascono maschi rudimentali e si formano uova di resistenza. Questo
complesso alternarsi di strategie garantisce sia un rapido
incremento numerico in condizioni favorevoli sia la ricombinazione
genetica in presenza di stress ambientali.
(Adattamento da Copilot)

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