Zostera marina Linnaeus, 1753

Fanerogama marina perenne della famiglia Zosteraceae, diffusa soprattutto nelle acque costiere temperate e fredde dell’Oceano Atlantico e dell’Oceano Pacifico, fino al Circolo polare artico. Nel Mar Mediterraneo ha una distribuzione relitta, limitata a zone con bassa salinità e temperature relativamente fresche, come il mar Nero, il nord del mar Egeo, l’Adriatico settentrionale e alcune aree costiere di Spagna e Francia.
Le foglie sono nastriformi, larghe circa 1 cm, lunghe in media 20–35 cm (fino a 70 cm), con apice ottuso e margini lisci. Ha Rizomi robusti e ramificati, con radici sottili e biancastre nei punti di ramificazione, che ancorano la pianta al sedimento. Ogni pianta porta in genere 7–10 foglie; quelle più lunghe si trovano a profondità maggiori. Tra febbraio e marzo sviluppa una infiorescenza  a spadice appiattito avvolto da brattee fogliacee, con fiori maschili e femminili disposti lungo l’asse. La fecondazione avviene grazie al polline traporato dalle correnti marine. Produce piccole drupe verdi che maturano sott'acqua. Vi è anche una ruiproduzione vegetativa tramite estensione dei rizomi, che generano nuovi getti e permettono l’espansione del popolamento.
La Fotosintesi avviene nelle foglie immerse, che sfruttano la luce filtrata dall’acqua. Unica tra le fanerogame marine che riesce a sopportare brevi periodi di emersione.
Predilige acque ipoaline, spesso in prossimità di foci fluviali dove l’apporto di acqua dolce riduce la salinità, e subastrati sabbiosi o fangosi.
Forma praterie sommerse che offrono rifugio e nutrimento a pesci, crostacei, molluschi e tartarughe marine. Inoltre, stabilizza i sedimenti, riducendo l’erosione costiera e contribuisce lla produzione primaria e al sequestro di carbonio nei fondali.