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Radiozoa |

I Radiozoa,comunemente noti come radiolari, sono protisti marini unicellulari, noti per i loro scheletri silicei e per il ruolo ecologico
fondamentale che svolgono nel plancton oceanico. Questi organismi, visibili solo al microscopio, hanno
affascinato scienziati e artisti sin dal XIX secolo, grazie alle loro forme geometriche complesse e simmetriche.
Il corpo dei radiolari è composto da una Capsula centrale
(che racchiude il nucleo, mitocondri, apparato di Golgi e vacuoli), che è delimitata
da una membrana che la separa dall’ectoplasma, e dall'Ectoplasma, zona esterna gelatinosa, ricca di alveoli
e pseudopodi radianti che servono per
la cattura del cibo e il galleggiamento. Lo scheletro è formato da biossido di silicio e
presenta forme elaborate (sfere, poliedri, spirali, reticoli, spine simmetriche). Alcune specie
possiedono alghe simbionti nell’ectoplasma, che contribuiscono alla fotosintesi.
I radiolari sono sono eterotrofi, si nutrono di batteri, piccoli protisti e detrito organico,
catturati tramite pseudopodi adesivi. Non si spostano attivamente, ma galleggiano nella
colonna d’acqua grazie alla struttura del citoplasma e alla forma del guscio. Gli scambi gassosi
avvengono per diffusione attraverso la membrana cellulare. La riproduzione è prevalentemente
asessuata, per scissione binaria o multipla. Ogni cellula figlia rigenera la parte mancante del
guscio. Alcune specie possono anche riprodursi sessualmente, ma i dettagli di questi processi sono
ancora poco conosciuti.
Sono presenti in tutti gli oceani, soprattutto nella zona fotica (fino a 200 m di profondità, dove
vivono le specie con simbionti fotosintetici) e nelle acque profonde, dove si
accumulano i gusci morti formando i cosiddetti fanghi a radiolari, importanti nel ciclo del
silicio e nella stratigrafia geologica. Sono più abbondanti in acque tropicali, ma
esistono specie adattate anche a mari polari e profondi. I radiolari sono presenti nel record fossile sin
dal Cambriano e sono tra i principali produttori di rocce silicee come le
radiolariti. La loro abbondanza e diversità morfologica li rendono eccellenti fossili guida per
la datazione di sedimenti marini e per lo studio della paleoceanografia.
Rhizaria
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Phylum Radiozoa
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Class Acantharia
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Order Acanthonida
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Order Arthracanthida
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Genus Acanthostaurus Haeckel,
1862
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Suborder Phyllacantha
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Family Dictyacanthidae
Schewiakoff, 1926
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Family Phyllostauridae
Schewiakoff, 1926
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Infraorder Stauracanthidae
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Suborder Sphaenacantha
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Family Acanthometridae
Haeckel, 1887
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Family Diploconidae
Haeckel, 1887
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Family Dorataspidae
Haeckel, 1887
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Family Hexalaspidae
Haeckel, 1887
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Family Lithopteridae
Haeckel, 1887
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Family Phractopeltidae
Haeckel, 1887
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Order Chaunacanthida
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Family Conaconidae
Schewiakoff, 1926
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Family Gigartaconidae
Schewiakoff, 1926
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Family Stauraconidae
Schewiakoff, 1926
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Order Holacanthida
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Family Acanthochiasmidae
Haeckel, 1862
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Family Acanthocollidae
Schewiakoff, 1926
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Family Acanthoplegmidae
Schewiakoff, 1926
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Order Symphyacanthida
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Family Amphilithidae
Haeckel, 1887
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Family Astrolithidae
Haeckel, 1887
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Family Pseudolithidae
Schewiakoff, 1926
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Family Cadiidae
Borgert, 1901
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Order Osculosida
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Class Polycystina
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Order Nassellaria
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Family Archiphormididae
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Family Artostrobiidae
Riedel, 1967 emend. Foreman, 1973
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Family Cannobotryidae
Haeckel, 1881 emend. Riedel, 1967
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Family Carpocaniidae
Haeckel, 1881 emend. Riedel, 1967
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Suborder Collodaria
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Family Collozoidae
Haeckel, 1862
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Superfamily Eucyrtidiacea
Ehrenberg, 1847
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Family Plagiacanthidae
Hertwig, 1879
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Family Pterocorythidae
Haeckel, 1881
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Family Theoperidae
Haeckel, 1881 emend. Riedel, 1967
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Family Trissocyclidae
Haeckel, 1881, emend. Goll, 1968
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Order Spumellaria
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Family Actinommidae
Haeckel, 1862, emend. Riedel, 1967
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Family Coccodiscidae
Haeckel, 1862
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Family Heliodiscidae
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Family Litheliidae
Haeckel, 1862
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Family Orosphaeridae
Haeckel, 1887
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Family Pyloniidae
Haeckel, 1881
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Family Spongodiscidae
Haeckel, 1862 emend. Riedel, 1967
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Family Spongosphaeridae
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Family Tholoniidae
Haeckel, 1887
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Class Sticholonchea
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Order Sticholonchida
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Genus Sticholonche
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Order Taxopodida
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