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Scala Celi
quinto liber
Femina

Sexto est
omnis malicie inventiva
[...]
Pater, unus miles fuit et dominus unius castri, qui filium habuit tante
subtilitatis ut voces avium sic intelligeret ut voces humanas. Et quia
castrum patris erat in insula maris, dum quadam die omnes irent
ad castrum et aves multe cantantes sequerentur navem, dixit pater filio
et uxori quam mirabilis virtus esset intelligere istas aves; cui filius:
- Ego, optime quod dicunt intelligo.
Cui pater:
- Obsecro, expone et revela.
Tunc filius respondit:
- Dicunt quod vos venietis cum domina matre mea
ad tantam paupertatem quod panem non habebitis ad comedendum.
Et ego veniam ad tam nobilem statum ut pro lotione manuum
detis mihi aquam.
Tunc pater indignatus eum projecit in mari et invento postea de
naufragio a nautis de Sardinia est elevatus a mari, et tandem venditus
cuidam militi de Cicilia.
Pater vero propter scelus et projectionem juvenis a suis hominibus est
exhereditatus a castro, et cum uxore apud Ciciliam est exilio relegatus.
Tunc tres corvi sequebantur regem Cicilie quo ibat, et quia per quinque
annos tenuerant hoc nec de die nec de nocte dabant ei requiem.
Fecit preconizari rex ut quicumque veraciter exponeret sibi presagium
corvorum et causam sequele, ipse daret sibi filiam suam cum
medietate regni sui.
Tunc juvenis hoc audiens accessit ad militem dominum suum rogando ut
presentaret eum regi, et quia ipse sciebat significationem corvorum.
Tunc miles gavisus presentavit eum regi, supplicando juveni ut habito
bono et medietate regni non esset immemor sui. Tandem rex requirit
causam, juvenis vero requirit confirmationem promissi.
Qua facta, juvenis sic ait:
- Hic sunt duo corvi et una corva, unus antiquus et alter juvenis,
unde antiquus lasciviis vacans corvam hanc dimisit cum qua diu
cohabitaverat, et conjunxit se junioribus. Iste corvus juvenis hanc
derelictam ab alio in suam recepit ac nutrivit et protexit usque nunc.
Et quia antiquior corvus dimissus est a junioribus, nunc vult
recuperare istam quam gratis et absque culpa dimisit, eo quod non
potest invenire aliam corvam juniorem, et nititur auferre ab isto qui
sic eam protexit. Et quia iste junior modo non vult eam dimittere
sequuntur te et requirunt judicium cujus debet esse.
Tunc rex habito consilio et convocatis corvis ad presentiam
suam, dedit sententiam ut junioris corvi esset corva et non
antiquioris. Tunc antiquior solus recessit et juvenis cum corva
similiter. Tunc juveni datur filia regis et militem domini minorem in
suo hospicio constituit. Tandem sic sublimatus est ad tantum
honorem, dum quodam mane equitaret per Messanam, vidit patrem et matrem
sedere ad portam cujusdam hospicii in vilissimo habitu.
Et non cognitus ab eis, sed ipse eos cognoscens descendit et
misit pro cibariis, ut in domo eorum pranderet. Qui portantes aquam ad
ablutionem manuum, et accepisset a patre et matre aquam, dum
sedissent ad mensam, ait juvenis patri:
- Qua pena dignus est pater qui talem filium sicut ego sum interficit?
Cui pater:
- Non possent satis multiplicari pene contra enormitatem tanti peccati.
Cui juvenis:
- Vos estis ille qui projecistis me in mari propter declarationem
vocum avium; et ideo non reddam vobis malum pro malo quia a Deo
ordinata sunt ista.
Ita dico pater, si interfecisses me, malum tibi procurasses, sed Deus
me custodivit a tanto malo.
Jean Gobi
Impressus per Jobānez de Westfalia
Anno
domini Millesimo quadringentesimo octuagesimo
Scala
celi
Femina

"Padre, c'era un soldato e comandante di un accampamento, il quale
aveva un figlio così astuto da comprendere le voci degli uccelli così
come le voci umane. E poiché l'accampamento del comandante era su
un'isola nel mare, mentre un giorno andarono tutti all'accampamento e
gli uccelli seguirono la nave cantando molto, il comandante disse
al figlio e alla moglie quanto meraviglioso fosse capire gli uccelli.
Il figlio affermò:
- Capisco benissimo quello che dicono.
Il padre chiese:
- Per favore, spiega e rivela.
Allora il figlio rispose:
- Dicono che arriverai, insieme alla mia
signora madre, a tanta povertà che non avrai pane da mangiare. Ed io
arriverò a uno stato così nobile che tu mi verserai l'acqua per
lavarmi le mani.
Allora il padre, indignato, lo gettò in mare, e poi, trovato naufrago,
fu tratto in salvo dal mare da marinai sardi, e infine venduto a un
certo soldato siciliano.
Ma il padre fu diseredato dal castello dai suoi stessi, a causa dei
delitti e di aver gettato in mare il figlio, e fu esiliato con la
moglie presso la Sicilia.
In quei tempi tre corvi seguivano il re di
Sicilia dovunque andasse e, poiché facevano così da cinque
anni, non gli davano riposo né giorno né notte.
Il re fece un editto che chiunque gli avesse spiegato con verità il
presagio dei corvi e ne avesse spiegato la causa, lui stesso gli
avrebbe dato in sposa sua figlia con metà del suo regno.
Un giovane, udendo ciò, si recò dal comandante dell'accampamento e gli
chiese di essere presentato al Re, perché lui conosceva il significato
dei corvi.
Allora il comandante, pieno di gioia, lo presentò al re, supplicando il
giovane di non dimenticarsi di lui quando avrà la sua bella vita nella
metà del regno.
Il re chiese una spiegazione dei fatti al giovane, ma questi volle
prima la conferma della promessa.
Dopodiché il giovane disse:
- Qui ci sono due corvi, un maschio e una
femmina, uno vecchio e l'altra giovane. A un certo punto il vecchio
corvo si separa dalla femmina, con la quale aveva convissuto per molto
tempo, e si unisce ai più giovani. Il corvo femmina accoglie nella sua
casa un corvo abbandonato da un altro, e lo nutre e lo
protegge fino ad ora.
Poiché il corvo più vecchio è stato allontanato dai più giovani, ora
vorrebbe riallacciare una relazione con il corvo femmina che aveva
abbandonato, in modo gratuito e senza che ne avesse colpa, in quanto
non riesce a trovare un altro corvo femmina più giovane. Cerca, quindi,
di portare via il corvo femmina a colui che sta con lei.
E poiché il corvo femmina non vuole essere portato via, i tre ti
seguono e chiedono di chi dovrebbe essere il giudizio.
Allora il re si consultò e convocò i corvi alla sua presenza, e decise
che la ragione fosse fosse del corvo femmina giovane e non del corvo
vecchio.
Allora l'anziano se ne andò solo e il corvo femmina giovane con
l'altro corvo.
Quindi al giovane viene data la figlia del re e lo nomina comandante.
Alla fine fu così elevato a tale onore che, mentre cavalcava una
mattina per Messina, vide suo
padre e sua madre seduti alla porta di una certa locanda in abiti molto
dozzinali.
E non essendo conosciuto da loro, ma conoscendoli lui stesso, scese e
mandò a prendere del cibo per pranzare in casa loro.
Colui che portava l'acqua per lavarsi le mani, che era stata versata da
suo padre e sua madre, mentre erano seduti a tavola, disse al padre del
giovane:
- Quale punizione è degna di un padre che
uccide un figlio come me?"
Jean Gobi
1480

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