Giufà e la moglie testarda..

Un giorno Giufà disse alla moglie:
- Vai a dare da mangiare l'orzo all'asino.

La moglie arrabbiata rispose:
- Non vado! Alzati e vai tu!

Ognuno restò della sua idea e fra un urlo e l'altro si misero d'accordo che sarebbe andato a dar da mangiare all'asino chi avrebbe parlato per primo.
Giufà, allora si mise in un angolo, con la ferma intenzione di restare zitto per ore.
La moglie, che era una grande chiacchierona, si stufò presto del silenzio e persa la pazienza uscì fuori e andò da una amica vicina per sfogarsi delle angherie del marito.
Mentre Giufà stava zitto in un angolo, un ladro entrò in casa e non sentendo nessun rumore pensò di essere solo e cominciò a mettere tutti gli oggetti che trovò nella prima stanza.
Quando passò alla stanza successiva, il ladro vedendo Giufà zitto in un angolo, dopo un attimo di smarrimento, pensò che si trattasse di un uomo malato, sordo e muto e continuò a rubare ciò che trovava. Arrivò a rubare, prima di andarsene via, anche il turbante che Giufà aveva in testa.

Dopo un po' venne il figlio della vicina di casa per portare un piatto di minestra a Giufà, che, fermo ancora nell'intento di non parlare, si mise a fare segno sulla testa, per fare capire che gli avevano rubato il turbante.
Il ragazzo, vedendo fare quei gesti, pensò che Giufà volesse la minestra sul capo e senza pensarci due volte gliela rovesciò sopra.
Pensando fra sè che Giufà era davvero un uomo strano, il ragazzo tornò a casa sua e raccontò tutto alla madre che stava ancora chiacchierando con la moglie di Giufà.
La moglie preoccupata del comportamento di Giufà tornò a casa e trovò ancora il marito sempre nello stesso angolo e tutto sporco e ancora intenzionato a non parlare per primo.
Allora la moglie sbottò e disse:
- Ma cosa fai? Spiegati!

Giufà, trionfante rispose:
- Ora che hai parlato, tocca a te dare da mangiare all'asino! Se non fossi stata testarda, la faccenda si sarebbe risolta prima e con meno problemi!.

 

 

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