Variante

Giufà lavora come facchino

In tempo di magra, Giufà lavorò anche come facchino. Durante questa sua attività, un uomo lo incaricò di portare un carico di bottiglie e in compenso, per strada, gli avrebbe insegnato tre cose utilissime per la sua vita futura.
Giufà accettò l'incarico e i due si incamminarono per le strade del villaggio.
C'era molto caldo e Giufà, dopo un po', stanco per il peso del carico si fermò per strada e chiese di sapere la prima cosa utile.
I due bevvero un po' d'acqua e si sedettero ai piedi di un albero per riposare; il proprietario delle bottiglie disse, allora, a Giufà:
- Ti consiglio di non credere a chi ti dice che è meglio digiunare che avere la pancia piena!

Giufà convenne con l'uomo e appena riposati, i due, ripresero il cammino.
Il caldo aumentava e la cesta piena di bottiglie che Giufà portava in testa era sempre più pesante. Dopo un po' Giufà fu costretto a fermarsi per riposare e approfittò di chiedere il secondo consiglio utile.
L'uomo disse:
- Non credere a chi ti dice che è meglio andare a piedi che cavalcare!

Giufà lo guardò con un po' di meraviglia, ma annuì. Quando furono riposati i due si rimisero in cammino, fin quando giunsero a casa dell'uomo.
Con la cesta di bottiglie ancora sulla testa, stanco e sudato, Giufà chiese quale fosse l'ultima cosa utile
L'uomo, pensando di fare il furbo, disse
- Non credere a chi ti dice che avrai dei denari per aver portato la cesta di bottiglie che hai in testa!

Giufà, capito il gioco di parole che l'uomo aveva messo in atto per imbrogliarlo, pieno di rabbia si levò la cesta di bottiglie dalla testa e la scaraventò con forza per terra. Poi, urlando forte, disse:
- Non credere a chi ti dice che nessuna delle bottiglie, che c'erano in questa, si è rotta!!

 

 

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