FRANCESCO HAYEZ
Massimo
esponente del romanticismo in Italia
Nacque
a Venezia nel 1791.
Fece i primi studi nella sua città natale e nel 1809 vinse il
Premio di Roma, bandito dall’Accademia delle Belle Arti di
Venezia, e , grazie alla borsa di studio, poté vivere a Roma a
contatto con le antichità e con le opere di Raffaello,
che studiò a lungo e con passione. Venne aiutato anche da Canova
che lo introdusse negli ambienti colti romani e favorendolo in più
occasioni.
L’artista visse tra Roma e Venezia, ma nel 1823 si trasferì a
Milano, definitivamente, dove venne a contatto con l’alta
borghesia liberale e con la nobiltà. Ebbe una vita estremamente
produttiva, ottenne numerosi incarichi e ricevette molti onori.
Dal 1850 fu professore di pittura all’Accademia di Brera. Si
spense a Milano nel 1882 all’età di 91 anni.
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Spesso ritraeva personaggi mitologici e scene
ambientate in un passato lontano e indefinito per rappresentare
gli ideali del risorgimento italiano, evitando cosí la
censura dell’ oppressore austriaco, la maggior parte dei suoi quadri
è infatti ambientata nel medioevo, periodo che nell’ Ottocento è
considerato l’epoca in cui si è formata la coscienza di nazione
italiana. Attraverso i suoi dipinti egli esprimeva quindi idee
patriottiche di libertà e identità nazionale mascherate da scene di
sentimento.
Giuseppe
Mazzini ha definito il pittore
della Nazione, per la sua capacità di rappresentare le congiure
del potere, il desiderio di libertà e d’indipendenza, le sofferenze
dei perseguitati, degli esuli, dei ribelli contro la tirannia,
anonimi eroi di cui spesso s’ignora il nome, ma che fanno parte
della nostra memoria collettiva
Oltre che i dipinti con soggetti epici e mitologici Francesco Hayez
è celebre per aver ritratto gli uomini più famosi del suo tempo,
come Alessandro Manzoni e Camillo Benso conte di Cavour.
Nella sua carriera dipinse parecchi quadri di scena
di opere classiche e melodrammatiche. Oltre alle scene per Donizetti
(Marin Faliero), si dedicò alle opere di Verdi.
Fra le opere più famose ci sono Il bacio, I
vespri siciliani, Maddalena penitente, La Meditazione, L’ ultimo
bacio di Giulietta e Romeo |
IL BACIO
Opera famosa “Il bacio” realizzata nel 1859 (olio su
tela)
Raffigura
una coppia di giovani innamorati che si scambiano un bacio
passionale e naturale.
L'ombra che sale le scale è il segno che il giovane è pronto a
fuggire, il bacio è dunque d'addio.
Il muro in pietra fa pensare ad un castello medievale e anche le
vesti dei due giovani sono tipicamente medievali.
La forza del dipinto, di cui ne esistono tre (forse quattro) diverse
versioni, è concentrata nella caratterizzazione visiva delle
superfici, particolarmente evidente nella resa dei materiali: i
pavimenti sono molto realistici e ben realizzati, le pareti usurate
e, per finire, i meravigliosi tessuti degli abiti.
Nel dipinto le figure sono disegnate con una
precisione e nettezza di contorni proprie della pittura classica, ma
il loro atteggiamento appassionato, l'abbandono languido della donna
e il piegarsi su di lei dell'uomo, creano una atmosfera intensa e
commossa, tipica dell'arte romantica.
Il quadro non deve essere letto solo in chiave sentimentale; essendo
stato realizzato in un anno cruciale come il 1859, anno della seconda
guerra d’indipendenza, esso infatti può assumere un significato
politico e patriottico.
Secondo alcuni studiosi, il giovane con cappello piumato potrebbe
essere il simbolo di uno dei volontari di questa guerra, e la
passione e l’ardore nel bacio nascerebbero anche dal pensiero della
lontananza e dei rischi legati alle guerre.
Attraverso i colori
delle vesti dei due giovani Hayez vuole rappresentare l’alleanza
nata tra Italia e Francia contro l’Austria, l’ abito azzurro
della ragazza richiama i toni della bandiera francese mentre le
vesti rosse e verdi del ragazzo rappresentano l’ Italia. |
L'opera
del 1861 raffigura sempre i due innamorati ma la veste della ragazza
non è più azzurra, bensí bianca; in questo modo Hayez vuole esaltare
il colori del tricolore italiano ed afferma la capacità dell’ Italia
di ottenere la totale indipendenza senza l’ aiuto di altre nazioni. |
Nella
versione del 1867, presenta l’aggiunta di un
drappo bianco disteso
in modo irregolare lungo la gradinata dell’interno – come scivolato
improvvisamente dalle spalle della ragazza – che assieme all’azzurro
delle veste femminile, al verde del risvolto del mantello dell’uomo
e al rosso squillante della sua calzamaglia alluderebbero ai due
tricolori, italiano e francese.
Fu questa secondo gli storici la versione inviata all’Esposizione
Universale di Parigi del 1867, ove la
scelta dei due tricolori dell’Allenza
franco-italica e il celato significato allegorico-patriottico fu
sottilineata dallo stesso Hayez. |