| 
 
Le primavere di Morgana 
Le lacrime di
Fata Morgana 
.jpg)  
Guardami
Cola, sono un piccolo glicine posto sulle tue spoglie da una primavera pietosa; respira il mio profumo perché non mi è dato di
fiorire in eterno, nemico mi è il gran caldo e ho faticato a spezzare le catene
di ghiaccio che mi soffocavano per mostrarmi  ala di farfalla fremente
pronta a spiccare il volo
verso un sicuro sogno d’amore. 
Scendono
i miei veli tra le tue dita e mi sorreggi lieve nel blu di questo antico mare.
Una
nenia risorge dai ricordi infantili, mentre l'irruenza delle correnti marine di
marzo portano lontano il mio canto di gioia.  
Non
più ombre confuse, non più impalpabili tremori, non più misteri sospirati
aggrappati ai raggi delle lune di maggio. La
millenaria stanchezza grava le tue spalle e tu, ostinato seguace del
mondo, ti ergi simulacro sopra gli abissi di ignoti amori.  
Tutti i
tuoi segreti li ho letti nelle linee del destino della tua mano, in cui scorgo
quella che ci comprende e che delimita la nostra doppia natura...  Nel
tuo palmo ho riposto ogni affanno, ogni desiderio
lacerato, ogni incontro fecondo di melanconia e ho disegnato la nostra umana
veglia mortale. 
Troverò
una
linea invisibile tra gli astri per unire il mio fato al tuo, una catena legata
all’ancora di dichiarate promesse per non ritrovarmi alla deriva. Troverò un esile
filo dorato tessuto con le mie lacrime fatate per non piangere un amore
tradito. 
  
Morgana 
  
		
		  
		
		
		  
		
		  
		
	
			
			www.colapisci.it 
	
	  
			
	
  
			 |