www.colapisci.itL'uomo che diventa pesce per necessità o per scelta


La festa padronale
della Madonna della Lettera a Galati Marina

I
Di gioia spensierata la distesa,
ove le giostre brillan nell’amore,
il ciarlatan con voce ben palese
suona la campanella con fervore.
La gioventù s’avanza, lieve nel  cuore,
 mentre l’eco si sparge al suo rumore;
più in là si confondono le voci,
tra trombe, tromboni e giochi vivaci.

II
Saltimbanchi e magnacci indiavolati
gettano frizzi al pubblico festante,
studenti in coro, lieti e appassionati,
cantano in Via Nazionale risonante.
Ragazzine in giostra, signorine birichine
con visi incantati e sognanti per le trine;
un venditor d'unguenti  promette
miracolose cure a chi lo mette.

III
Un nano urla e tira la ficella,
del cannone che tuona vanitoso;
davanti a lui figura assai più bella,
truccata come un pavon fastoso.
E vasta scala mostra la frittella
dei venditori, il banco rumoroso:
datteri, ceci, lupini e torroni,
arance e gelati, dolci canzoni.

IV
Gridano i mercanti: “Signorì, venite,
pesciolini d’acqua dolce da ammirare!”
 Due file di capanni già finite,
l’esposizion è gioia da gustare.
Quadri d’arte ai fianchi ben disposti,
visini vispi, graziosi e composti;
signore e signorine cinguettanti,
tra bionde e brune, sogni incantanti.

V
Chi compra il gelato, chi l’ombrellone,
chi la trottola di legno colorata;
divertimento fuori porta è l’occasione,
lungo le vie di città abbandonata.
Coppie d’amanti sussurran dolci frasi,
mano nella mano sono in estasi;
ma un vecchio solo resta nel cammino,
tra ombre calanti e sera senza destino.

VI

Passa la chimera, fugge la visione,
un vecchietto infagottato se ne va;
ora è silenzio, resta l’impressione,
uno strato di coriandoli cadrà.
Lo spirito rabbioso e l’ardore
degli spazzini la scena pulirà;
così si chiude il canto festoso,
madrigale di piazza  gioioso.

 

Nino & Hal

   

 

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