Conosco persone che non hanno rispetto. Per gli altri e per se stessi.
Anche persone che avrebbero dovuto insegnarmi il rispetto e invece hanno
preferito scaricarmi addosso il loro egoismo che ha rasentato la
crudeltà. Persone che hanno promesso amore e persone che me lo dovevano.
Per un patto di sangue sconcertante ma sacro.
Ho visto sanguinare la mia anima, ho
cucito lacerazioni del mio spirito, ho
subito schiaffi e insulti al corpo e alla mente. La violenza è stata
devastante. Abissali, le cicatrici.
Mi sono nutrita solo di silenzio e di buio
e ho chiuso i miei sogni e la mia libertà in uno scrigno.
Come una
guerriera ho ripreso la mia armatura. E ho camminato sotto il sole del
mare. Ho respirato la luce e le lacrime. Ho scavato nelle mie radici. Ho
iniziato a toccare le ferite e ho visto la voragine delle offese subite.
Ma soprattutto, ho visto la mia forza.
Perfetta come una statua greca. Immortale come la Bellezza.
Ho visto il
mio sorriso come il sorriso di mia madre e di mia figlia.
A volte, ancora, mi paralizza la
sensazione di non comprendere la folle pretesa di chi colpisce senza
pietà. E annaspo per cercare di infilarmi negli ingranaggi della
reazione all'oltraggio. Ma mi ricordo del mio buio e dell'odore dei
gelsomini di una casa di infanzia.
E mi alzo, io, imperfetta perfezione
di me stessa, e indosso la Bellezza. Tengo da parte il mio scrigno e i
miei sogni e la mia libertà li consacro solo a chi sa leggere oltre i
confini del visibile, a chi sa leggere il sorriso di un attimo.