Kraken

Nascosto dalle nebbie del Mare del Nord, nei pressi di Bergen, viveva il mostruoso Kraken

Il vescovo norvegese Pontopiddan (1500) sosteneva che quando i pescatori del suo paese si recavano molto al largo per calare gli ami, spesso nelle calde giornate estive accadeva loro di incontrare una profondità di sole 20 braccia, dove normalmente ce n'erano oltre 100.
«E'  perché un Kraken si è interposto tra il fondo del mare e la superficie. I pescatori conoscono molto bene questo fenomeno e sanno che nei dintorni il pesce abbonda, specialmente i merluzzi e le molve. Ma se la profondità del mare diminuisce ancora progressivamente, se questo accidentale bassofondo tende a salire, non bisogna perder altro tempo: è il Kraken che si sta svegliando, si muove e viene a galla per respirare una boccata d'aria della superficie, e distendere al sole le sue grandi braccia lunghe come gli alberi di una nave di media grandezza.
La forza di quelle braccia è tale che se afferrassero un grande vascello da guerra lo trascinerebbero nell'abisso. I pescatori allora fanno forza sui remi e si allontanano il più rapidamente possibile, e spesso, a una distanza di sicurezza, possono vedere il dorso affiorante del mostro che è lungo circa un miglio e mezzo.»

Il dorso del Kraken sembra un'isola anche perché è circondato da una specie d'erba marina, e sulla pelle del mostro si riteneva dimorassero tutte le specie di demoni marini, per cui nessun marinaio riteneva opportuno vederlo da vicino. Il Kraken non resta a lungo in superficie perché la mano di Satana lo riporta subito in fondo al mare, e quello è un altro momento assai pericoloso perché il volume d'acqua che si sposta è tale che le navi nelle vicinanze sono risucchiate in un gorgo gigantesco.

Un racconto norvegese parla di certi pescatori che una volta sbarcarono su un Kraken avendolo scambiato per un'isola. Essi vi restarono in pace fino a quando non ebbero l'infelice idea di accendere il fuoco, perché fi mostro sentendo il bruciore si immerse rapidamente trascinandoli con sé.

Un altro racconto dice che sant'Olav di Norvegia (Olaus Magnus), trovandosi una domenica su una nave, si doleva di non poter celebrare la messa. Subito emerse un'isola sulla quale il santo discese con tutto l'equipaggio e poté erigere un altare ed esaudire il suo desiderio. Non appena risalito sulla nave, l'isola scomparve e tutti poterono riconoscere il dorso di un Kraken.

La cosa più curiosa è che le moderne eco-sonde, di cui son dotati i motopescherecci, segnalano talvolta l'eco a mezz'acqua di un «qualcosa» delle dimensioni del Kraken. Certamente un branco di pesci, o un'eco anomala, ma di che cosa si tratti esattamente, ancora non ci è dato sapere.

 

   
 

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