www.colapisci.itL'uomo che diventa pesce per necessità o per scelta


Conchiglia fossile




Acque dei mari, dei fiumi, dei torrenti
venite a me,
l’emiciclo del mio abbraccio
sarà la vostra baia infinita
dove torneranno messapi a sostare;
sulle vostre sabbie bianche
cavalcheranno dioscuri.
Danzeranno fanciulle al suono delle vostre onde.

Lontane sirene tenderanno trappole
all’agguato delle murene
e i gabbiani stenderanno lini
per l’amplesso degli amanti.

Mare, mare, con occhi di salsedine
mi scruti dentro.
La tua voce è quella del marinaio
che a sera chiama per nome velieri senza padrone,
quando s’imbeve di luna il sarago argentato
e l’ultimo ombrellone abbandonato
giace riverso immemore di sole.
 


Un granchio affamato rotola verso la sua tana
briciole di cielo cadute
dalle mani di una donna azzurra,
e poco lontano un uomo
affonda lo sguardo opalescente
lì dove si perde l’ultimo pensiero.

Mare, che a sera custodisci nostalgie di naviganti,
le tue anse racchiudono paure di naufraghi,
che le albe dissolvono in polline di luce.

La mia anima ambisce tesori di fondali
e nelle notti agostane anela vendemmiare
i grappoli porpora dei tuoi coralli.

Invece sono qui,
attraccata ad un molo
dimenticato dal tempo,
mentre mi illudo, con mani d’amore,
di riportare alla vita la fossile conchiglia.

 

Psiche
AM

 

   

www.colapisci.it