www.colapisci.itL'uomo che diventa pesce per necessità o per scelta

Colori

Lo scirocco, ormai,  risale veloce verso il continente. Il sole si riaffaccia in un cielo  turchese di cristallo e il mare ha ancora il respiro lungo e si dona in bianchissime spume su tutta la costa messinese. Bambini e beccaccini si rincorrono sulla spiaggia.
Il colore dello Stretto è giallo terra, striato qua e là di un marrone scurissimo. 
Dicono che ombrine, spigole, saraghi, mormore si radunino a banchettare frenetici a pochi metri dalla riva. Nell'acqua la visibilità è di qualche centimetro e i sensi per orientarsi non sono più la vista o l'udito o l'olfatto. 
L'unica percezione possibile è quella della pelle, attraverso la quale gli altri sono avvertiti, allontanati o cercati.

E la pelle di tutti, massaggiata dal fluire copulante delle onde, si abbandona a sensuali piaceri.
Alghe, pesci, meduse, persone, immersi in queste acque impenetrabili a sguardi indiscreti, si abbandonano ad un ritmo regolare e ansimante per celebrare un rituale cosmogonico, da cui scaturiranno nuovamente le trasparenze e l'azzurro intenso  del mare.. 
Le torbide e complici sospensioni si adagiano sul fondo e la vita riprende a scorrere, lasciando lontano i lamenti.

Il respiro lento e lungo delle onde lo rivivo, adesso, nei nostri incontri, in cui la pelle squamata diventa fonte di scambio di sensi e di passioni e i nostri profondi gemiti canto d'amore di due anime riemerse da qualche naufragio, intrecciate nei ricordi leggendari del Mediterraneo e depositarie di tutte le storie d'amore di una umanità che cerca se stessa, esponendo la propria pelle ai raggi del sole e al sale.

I miei e i tuoi ricordi, i miei e i tuoi sospiri, i distacchi amari del sonno, le mani che ti accolgono e i tuoi delicati fili d'argento che mi avvolgono la vita,  sono i testimoni di un lontano passato.
Il cuore che batte impazzito, quando ti stringo e ti desidero, il pianto violento con cui mi libero mentre ti amo, il dolore al petto, l'universo che ti porti dentro sono le nuove promesse d'amore che ci doniamo, per ritrovarci ora e, forse, tra mille anni ancora.

In questo tempo, il disperato tentativo di unirci per sempre, probabilmente, resterà nelle profondità buie di queste acque, sempre più nere. Ma, ugualmente riempiremo le nostre ansie di dolci baci e forti pulsioni. Ugualmente daremo i colori più caldi alle nostre parole, ugualmente potremo volare sui blu e sui verdi del mondo  e poi planare su solitari scogli, in cui lasceremo asciugare, al grecale che giunge,  le vele gonfie di desideri.

Ti ho amata violentemente ogni mille anni, ti ho cercata sempre e tra tanti esseri vaganti e  indifferenti ti ho ritrovata..
L'illusione di un amore eterno salperà fiduciosa, da queste ancore salvatrici che abbiamo buttato in questo tempo, verso i futuri incerti per ritrovarci ancora?

Per il momento voglio continuare ad aggrapparmi ai nostri abbracci, alle luci improvvise che attraversano le notti del mare.

 

Cola

 

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