Cola pesce
Cola o Nicola, figlio di un pescatore di Messina, era un ragazzo come tanti, ma aveva una fortissima passione per il mare ed un altissimo rispetto per i pesci, tanto che quelli che il padre pescava lui li ributtava in acqua piangendo per la loro atroce agonia. La madre disperata per la tanta grazia buttata via lo maledì: “Possa tu diventare un pesce!”.Ed ecco subito la trasformazione: Cola si ricoprì di pinne, branchie e squame e da qui gli fu attribuito il nome di Cola Pesce. A parte queste strane caratteristiche rimase comunque un bel giovane. Stava ore in mare a cavalcare le onde ed ad esplorare le profondità, i naviganti erano abituati a vederlo lungo le loro rotte e gli affidavano messaggi da portare a Lipari, Catania, Napoli. Presto la sua fama si diffuse e da varie parti giunsero per conoscerlo.
Ed un giorno anche il re di Sicilia volle conoscerlo per verificarne l’abilità. Lanciò una coppa d’oro nelle acque del mare e questa trascinata dalle onde e dalle correnti si perse nel fondo. Cola Pesce si tuffò, e tra fondali misteriosi prima trovò una grotta entro la quale ardeva il fuoco dell’Etna e subito dopo avvistò la coppa d’oro.
Riemerso dal mare raccontò tutto al re che decise di lanciare nuovamente la coppa in un punto ancora più lontano e profondo, ma il coraggioso Cola Pesce si rituffò senza neanche pensarci.
Trovò anche stavolta la coppa, ma raccontò al re di avere scoperto che la Sicilia poggia su tre colonne enormi, di cui una è rotta, una è sana e robusta e l’ultima è corrosa e precaria. Cola Pesce spiegò al re che la colonna con le crepe si trovava tra Messina e Catania, dove il fuoco consumava l’acqua ed il re costrinse il povero uomo metà uomo metà pesce a scendere nuovamente negli abissi e portargli una dimostrazione di questo fuoco nelle viscere del mare.
Cola Pesce non se la sentì di tirarsi indietro al volere del re, prese una ferula ( legno leggero che galleggia) e disse al re che se lui fosse morto la ferula sarebbe tornata a galla bruciata.
E così fu, la verga tornò a galla che ardeva come un tizzone e del povero Cola Pesce non ci fu più traccia. Qualcuno racconta che la terza colonna posta a sostegno della Sicilia si ruppe e da allora Cola Pesce si trova là a sostenere l’isola.


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