Il mio orizzonte oggi ha il profilo di un santuario,
proteso
verso il tuo filo di perle e accecato di luce d’agosto.
Si appanna di calura e spuntano rossi i rovi profumati di rosa,
innesti fraterni ormai devastati, ma mai dimenticati.
I miei abbracci li spalmo su fette di pane impastato
dalla tua abbondanza di amore e tento di non perdere traccia,
pugno dopo pugno, fuoco dopo fuoco.
Invecchio anche se figlia, ma non invecchia il mio senso di
figlia
che ancora ti aspetta nella voce di queste notti che mi
sono rimaste,
bottino delle tue guerre a volte mai vinte.