Colapesce nuota e nuota, passano i giorni, i mesi, gli anni e, finalmente arriva al paese dei pesci fritti.
Le case sono fatte di pietra vulcanica e gli abitanti sono dorati e croccanti, fritti al punto giusto.
Il Re gli viene incontro e spiega che tutti i pesci vengono trasportati da una corrente fredda
    direttamente nella balena-friggitrice da dove vengono poi ributtati fuori e trascinati in
    mare da una corrente calda, già belli cotti.
Solo la principessa, sua figlia, non ha la pelle scottata grazie ad una magia: si dice che andando
    in superficie abbia trovato un barattolo contenente una pasta densa e bianchiccia con la
    quale si è spalmata tutta, diventando invulnerabile alle scottature.
Il Re chiede a Colapesce, che viene da lassù, di aiutare il suo popolo a liberarsi
    dallinconveniente della frittura. Se lo farà, potrà sposare la principessa Bella.
    Agli occhi di Colapesce la principessa sembra un angelo con le pinne: ha la pelle fresca,
    liscia ed argentata come il fondo di un vassoio in silver.
Cola, felice, torna in superficie per trovare delle confezioni di pomata contro le scottature ma nel tornare
    su vede la carcassa del gigantesco pesce che tanto lha spaventato una volta,
    oltrepassa la nuvola di fumo che si è ispessita ed è diventata puzzolente, arriva allo
    scoglio su cui sorge Messina, questo è rotto e bucato ed è sorretto solo dalla colonna
    scheggiata. Quando giunge in superficie, vede la scogliera tutta cementata e ricoperta da
    alti palazzi grigi e sulla spiaggia vede mucchi di rifiuti.
Cola non riconosce più i luoghi che ha perlustrato da bambino: è tutto cambiato da quando lui si è immerso
    lultima volta, ma quello che vede non gli piace, così decide di tornare nel paese
    dei pesci fritti e di restarci fino a quando luomo non inquinerà anche i più
    profondi fondali marini. Purtroppo quel momento è vicino!
    
 
    
	Filippo
      B.
      Scuola Media
    Statale - Leonardo da Vinci - Cordenons (PN)
      1999
  
	
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